di Patrick Suskind
Patrick Susckind (1949 - vivente) è uno scrittore Tedesco balzato agli onori delle cronache per il suo primo e a tutt'oggi miglior romanzo: Il profumo 1985.
Ne "il profumo" come lo stesso autore anticipa nell'introduzione è narrata la storia di una delle figure più geniali e scellerate del XVIII secolo in Francia. Tanto geniale che S. arriva a paragonarlo a De Sade e Napoleone, e del quale oggi non si ha memoria, solo perchè la sua grandezza, a differnza degli altri, fu in un campo che nella storia non lascia traccia: il regno degli odori. Jean-Baptiste Grenoville, questo è il nome del nostro eroe, fin dall'infanzia aveva un dono: un olfatto fuori dal comune, che gli permetteva di percepire odori che, comuni esseri umani nemmeno conoscevano, l'olfatto dunque, il meno nobile dei 5 sensi. Forse, quello che nell'evoluzione umana ha perso più valore ed è rimasto quasi prerogativa degli animali, qui viene adirittura visto come chiave per i cuori delle persone. Ma venniamo alla storia. Grenoville nacque da una donna che voleva subito sbarazzarsi di lui. Ella lavorava in una pescheria, vicino ad un cimitero e il puzzo le aveva ormai reso del tutto insensibile l'olfatto; fatto sta che appena nato Grenoville venne buttato tra gli scarti del pesce. S. non dice esplicitamente che furono queste condizioni a far si che Grenoville, per una sorte di legge del contrappasso, ricevette il suo dono, ma calca talmente tanto la mano sulla descrizione del puzzo, che almeno io ho interpretato la cosa in questa maniera. Ma è qui che viene fuori un 'altra caratteristica imprescindibile del personaggio, la sua tenacia, la sua forza di restare attaccato alla vita anche quando non ha senso. nella metafora per me più bella del libro, che S. ripete più volte , Grenoville viene paragonato ad una zecca, che rimane li appesa, e con una s ola goccia di sangue come nutrimento può andare avanti per moltissimo tempo, in attesa che le cose migliorino. La forza di volontà di Grenoville, dicevo, fece si che egli non mollò, continuò a gridare, finchè la gente lo sentì, lo salvò, e denunciò la madre che venne ucccisa.
Iniziò così la vita di Grenoville orfano, che da subito ebbe difficoltà nei rapporti con gli altri esseri umani, così diverso dagli altri com'era. Infatti la balia cui era stato affidato si rifiutò di tenerlo, in quanto affermava che, oltre a mangiare troppo, non aveva l'odore normale dei bambini. E di questa cosa Grenoville si accorse, quando, neuseato dagli esseri umani si ritirò in una caverna strettissima priva di alcun odore, la scoperta lo rese tristissimo, quasi lo uccise: lui che poteva sentire e riconoscere qualsiasi odore era priva di odore. E proprio per questo, si intuirà poi, tutte le persone che Grenoville incontrerà nella sua vita, si sentiranno a disagio con lui. Ma a Grenoville delle altre persone non importò mai nulla. Lui aveva solo una passione degli odori e si capirà poi, un'ambizione, creare il profumo migliore del mondo, un'aroma che nessuno aveva mai sentito. Fu così che il piccolo Grenoville crebbe, iniziando a catalogare tutti gli odori che sentiva, finchè un giorno mentre lavorava come conciatore, si dovette recare dal maestro profumiere Baldini, a appena entrato, capì che lì avrebbe potuto perfezionarsi, imparare ad estrarre essenze dalle singole cose, fiori, piante, tutto.
Così riuscì a farsi assumere, e risollevò con le sue ricette la sorte della bottega in declino. Ma lui ovviamente era tenuto come garzone, Baldini si prendeva tutto il merito e a Grenoville andava bene, lui voleva solo prendere l'attestato da garzone e crearsi così una posizione che lo mettesse al di fuori dai sospetti e affinare le tecniche per preparare il miglior profumo di sempre. Una sera però successe una cosa, che segnò per sempre la vita di Grenoville; fu attratto da un odore che non aveva mai sentito, lui che nella sua memoria aveva catalogato migliaia di odori. Era il profumo di una ragazza dai capelli rossi che Grenoville "colse" uccidendola. La ragazza a lui non interessava ma solo il suo profumo. Finito il tirocinio, se ne andò da Baldini, da Parigi, stanco e nauseato dalle persone e si ritirò per anni, come detto nella caverna, isolata, lontana da tutto e da tutti. Quì Grenoville si gustava gli odori "raccolti" in particolare si ubriacava spesso col profumo della ragazza dai capelli rossi, aveva tutto quello di cui aveva bisogno, lui la zecca Grenoville mangiava radici, scarafaggi, leccava l'acqua che scendeva da un muro, aveva superato malattie moratli, per la forza che, scoprire un profumo nuovo, gli poteva dare. Andava tutto bene. Fino al momento in cui si accorse di non avere un odore.Proprio lui e dallo spavento quase morì. Fu così che dovette scappare e tornare tra gli umani. Quì raccontò che era stato rapito e tenuto in una caverna per anni, fu così che un nobile lo fece oggetto di una sua teoria di studio, lo ripulì e gli diede un aspetto da persona normale. Lui,G. brutto, gobbo, segnato dalle malattie, che npn aveva mai pensato di poter sembrare una persona normale e neanche mai gli era interessato, per poter portare a termine il suo piano aveva bisogno di essere uno tra tanti, solo una cosa gli mancava, un profumo come tutti gli altri esseri umani. Fu così che si fece portare dal nobile da un profumiere dove, "ricostruito" un profumo tipico degli esseri umani e, provandolo, vide che gli altri umani lo trattavano come loro. Fu addirittura in grado di costruire vari tipi di profumi che, a seconda delle necessità, lo facevano più o meno notare dalla gente. Ma questo solo una volta arrivato a Grasse, cittadina rinomata per la sua scuola profumaia, si fece assumere da un maestro profumaio, per carpire nuovi segreti e nuove tecniche, più avanzate e soprattutto perchè aveva annusato nuovamente un profumo buonissimo, tipo quello della ragazza dai capelli rossi, ma ancora più buono...solo ancora un po' acerbo. Un "fiore" che avrebbe colto di lì a due anni e che sarebbe stato l'elemento essenziale del profumo più buono che l'uomo avesse mai sentito. Per saper come va a finire, bisogna leggere il libro :-)!
Da parte mia posso dire che se siete appassionati di thriler, beh questo libro non fa per voi, è privo di colpi di scena, la trama è spesso anticipata dallo scrittore e comunque il susseguirsi delle vicende è attendibilissimo. Però il libro è ben scritto, è bello il modo in cui Suskind descrive i prodedimenti, gli odori, che sembra quasi di sentire, anche se a volte le descrizioni sono lunghe e ridondanti nel corso del libro. Soprattutto a metà, la trama è stagnante, ma per quel che mi riguarda, l'autore voleva un libro così. Non basato sulle azioni, praticamente non ci sono dialoghi, lo definirei un "libro psicologico". Da 2 spunti in particolare, la forza che può dare l'avere un sogno, una passione, l'inseguirlo, ma anche il pericolo di non avere altro. Il calpestare tutto e tutti e poi una volta realizzato, una volta arrivati alla meta prefissa, al realizzarsi del sogno della vita, sia pure immerso, come poter dominare tutti gli uomini, il capire quanto questo sia poca cosa, se non si ha altro dentro.
Forse la morale è un po' forzata, frutto del mio dover sempre andare a leggere tra le righe. Però per me il profumo è questo.
Se non si cerca una chiave di lettura secondaria, non capisco come si possa considerare un best seller.
Che dire, spero che qualcuno lo legga, cosi ci confrontiamo!
VOTO: 7
Fabio O.
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